La Vedova Allegra
Società: IdeaSolutions S.r.l. Dimensioni: 1.09 GB Versione: 1.0 Tipo App: iPad |
Descrizione
La grande musica del Teatro di San Carlo di Napoli su ipad.
Il Teatro di San Carlo di Napoli, il più antico teatro d'opera europeo ancora attivo, fondato nel 1737, riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità, pubblica, con una innovativa applicazione per iPad, la registrazione delle più prestigiose rappresentazioni delle proprie stagioni d’Opera.
Grazie all'esclusiva funzionalità "libretto sincronizzato", l'applicazione mostra contemporaneamente a video il testo e le immagini dell'opera, che rimangono sempre in perfetta sincronia.
Il comodo "Navigatore" consente di passare da una scena all'altra in maniera estremamente rapida, con un singolo TAP.
L'applicazione supporta inoltra la tecnologia AIRPLAY che consente la visione in streaming mediante AppleTV.
La prima uscita a inaugurare questa eccezionale collana è “La vedova allegra” di Franz Lehar nella rappresentazione del 18 maggio 2010.
Il capolavoro di Lehár deve la sua fortuna non solamente alla bellezza della musica e delle arie universalmente famose, ma anche alla storia che mette in rapporto e contrasto il denaro e l’amore, la ragione di Stato e le ragioni del cuore. Tutto condito da quell’ironia viennese che dà alla trama una leggerezza mai superficiale, anzi capace di cogliere l’insostenibile leggerezza dell’animo umano. Così la vicenda di Danilo e Hanna supera la semplice storia di passione. Un dialogo scoppiettante tessuto da arie quale la famosa aria sulle grisettes di Danilo, del famoso valzer, ma anche di arie nostalgiche e malinconiche come “Vilia”.
La regia è di Federico Tiezzi, il quale ha firmato già numerosi successi sul palcoscenico del Massimo napoletano (da Il Trovatore a Parsifal).
“M’interessava riportare La vedova allegra al dettato originale – dice il regista Tiezzi – alla leggera e graffiante ironia viennese che ha la stesura originale del libretto. Quando poi ho pensato a tutte le coreografie mi sono venuti in mente i film danzati degli Anni Trenta, soprattutto quelli di Fred Astaire e Ginger Rogers, così come quelli del regista hollywoodiano Busby Berkeley, che metteva in scena grandi spettacoli e poi li filmava in maniera incomparabile. Quindi i riferimenti di questa messa in scena sono principalmente cinematografici”.
La scenografia di Edoardo Sanchi e i costumi di Giovanna Buzzi si ispirano rispettivamente all’architettura di Alfred Loos e all’Art Decò austriaca, per immergere l’azione in un clima di Secessione viennese. Le coreografie sono di Giovanni Di Cicco, il disegno luci di Gianni Pollini.